Ecco perché Dieta Scientifica non è una semplice dieta, ma un metodo che ti garantisce anche il supporto di uno psicologo.
Perché lo psicologo in un centro nutrizionale? Da ormai 2 anni collaboro con la dott.ssa Morelli alle sue prime visite; dove, dopo una parte iniziale che corrisponde alla visita nutrizionale, le persone passano dal mio studio per un colloquio psicologico volto a conoscere la persona e principalmente a capire che rapporto essa ha con il cibo.
Devo dire che, a parte qualcuno contento e incuriosito di poter parlare con uno psicologo, le altre persone entrano nel mio studio con una diffidenza che gli si legge in volto, hanno quell’espressione impaurita e sulla difensiva che parla da sola e dice: ”Ma perché devo passare da uno psicologo se sono venuto a fare una visita nutrizionale?”,”Non sono mica pazzo”. Questo atteggiamento, ben presto, si trasforma in vero interesse e partecipazione.
Alimentazione e psiche sono strettamente collegate, più di quanto si possa immaginare.
Ognuno di noi attribuisce al cibo un significato diverso e di conseguenza ha un rapporto diverso con esso.
Il cibo è dotato di profondi significati emotivi e relazionali, perché rappresenta, sin da quando nasciamo, un elemento che media la nostra relazione con il mondo ed è proprio per questo che bisognerebbe avere più consapevolezza dei motivi che ci inducono ad alimentarsi in un modo piuttosto che in un altro.
Possiamo individuare alcuni rapporti non proprio sani con il cibo:
- Mangiare per abitudine, senza aver realmente fame, solo perché è l’ora del pranzo o della cena;
- Mangiare per costrizione (spesso si verifica con i bambini che vengono spinti a mangiare dai genitori) o dare il cibo come premio;
- Mangiare per accontentare gli altri (seguendo il principio cibo = amore) o quando siamo in compagnia, per socializzare;
- Mangiare da soli davanti la televisione, cosa che spesso porta a mangiare di più del necessario, perché interferisce con la percezione del senso di sazietà;
- Mangiare per compensare carenze affettive o per attenuare uno stato di malessere, usando il cibo come un farmaco.
Sono sicura che la maggior parte di voi si ritrova in almeno una di queste categorie!
In generale, la persona affetta da un disturbo del comportamento alimentare, oppure, più comunemente, una persona che arriva allo studio dopo aver fatto il giro di vari nutrizionisti senza aver raggiunto ancora il risultato sperato, è contraddistinta da minore consapevolezza delle proprie emozioni ed usa il cibo come regolatore emozionale nell’ambito di strategie di regolazione delle emozioni disfunzionali.
Questo cosa vuol dire?
- Sono triste e non riesco a gestire questa emozione, allora mangio!
- Sono arrabbiato e non riesco a gestire questa emozione, allora mangio!
- Sono deluso e non riesco a gestire questa emozione, allora mangio!
Il cibo è una fonte immediata di piacere e benessere, quasi sempre a nostra disposizione, che ci permette lì per lì di abbassare le tensioni emotive, ma capite bene che questo modo di alimentarsi non ha niente a che fare con la fame fisiologica e nel tempo ci fa stare solo male.
Ma come tutti possiamo osservare e provare su noi stessi non è quasi mai il corpo a decidere se, quanto e cosa mangiare: a volte siamo dominati, non consapevolmente, dallo stato emotivo del momento, dai ricordi associati «a quel cibo», dalle persone con cui mangiamo, dall’ambiente in cui mangiamo, etc.
Perché con le diete spesso non si ottengono i risultati sperati?
Le diete alimentari spesso funzionano se si ha abbastanza motivazione per portarle a termine, ma, molto spesso, le persone raggiungono l’obiettivo della perdita di peso, ma non del suo mantenimento nel tempo, se non sono supportate da interventi che si occupino anche della dimensione psicologica.
Questo accade perché i meccanismi coinvolti nell’alimentazione sono molteplici e per lo più di natura psicologica ed affettiva, come dimostra la ricerca scientifica.
È necessario imparare a riconoscere i propri stati interni, ascoltare e conoscere il nostro corpo, prendere contatto con le proprie emozioni e i propri bisogni.
Solo affidandosi ad un bravo nutrizionista per un piano alimentare cucito ad hoc sulla tua persona e lavorando su te stesso per capire il tuo rapporto con il cibo, potrai ottenere una perdita di peso che si mantenga nel tempo.
Sei pronto a trasformare il tuo rapporto con il cibo e a trasformare il tuo corpo, godendo di tutto il benessere di Dieta Scientifica?
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Dott.ssa Jessica Romano
Psicologa e Psicoterapeuta Dieta Scientifica